Fumetto

MONOGRAFIE E MANUALI


Naji al-Ali. (2013). Filastin. L'arte della resistenza. Torino: Eris.

Prima raccolta in Italiano dei 175 lavori originali e restaurati del grande vignettista palestinese Naji al-Ali. Un'intervista allo stesso Naji al-Ali e i suoi disegni, contribuiscono a creare un reportage storico della questione palestinese.


Will Eisner. (1997). Fumetto e arte sequenziale. Torino: Pavesio.

In Arte sequenziale si affonta tutto ciò che concorre alla mise en place degli ingredienti di ogni fumetto o graphic novel, i quali costituiscono grammatica, sintassi, ortografia e lessico di un linguaggio vero e proprio.


SAGGI


Luca Beatrice. (2018). (a cura di). Nuvole di confine. L'arte del reportage a fumetti. Milano: Rizzoli/Lizard.

Saggio su origine e utilità del graphic journalism, evidenziandone la differenza con la tecnica del graphic novel. All'interno del saggio sono presenti digressioni su differenti opere a fumetti: Cronache di Gerusalemme di Guy Delisle circa la questione israelo-palestinese; La sala d'attesa - Stato palestinese di Sarah Glidden sulle questioni mediorientali; Lettere dalla Serbia di Aleksandar Zograf incentrato sull'ex-Jugoslavia; In mezzo, l'Atlantico di Marco Corona diario di viaggio ambientato in Colombia; Bye Bye Babylon di Lamia Ziadé circa la guerra civile libanese del 1975-1979; Bahrain. Scritto con l'inchiostro, scritto nella sabbia di Josh Neufeld, diario di viaggio in Bahrain; Dove la terra brucia di Cannatella & Galeani, che racconta la scomparsa della giornalista Maria Grazia Cutuli durante un servizio in Afghanistan; L'Aquila-Crotone di Vincenzo Filoso, sulle complicanze nella ricostruzione della città di L'Aquila a seguito del terremoto del 2009.


Eleonora Brandigi. (2013). L'archeologia del graphic novel: romanzo al naturale e l'effetto Topffer. Firenze: Firenze University Press.

Questo lavoro si concentra sulla ricerca di una definizione di ciò che il fumetto e il graphic novel sono, o meglio, non sono, data l'impossibilità di evitare conclusioni ambigue nel circoscrivere il fenomeno della nona arte.


Lina Ghaibeh & Simona Gabrieli. (2017). La bande dessinée arabe aujourd'hui. Beirut: AUB.

Catalogo ufficiale dell'omonima mostra esposta dal 25 gennaio al 4 novembre 2018 alla Cité Internationale de la bande dessinée et de l'image (Angoulême, Francia). Oltre a un'introduzione su vari aspetti dei fumetti arabi contemporanei, il testo comprende molte schede sugli artisti che hanno partecipato alla mostra, fornendo per ognuno di loro una breve nota biografica e la riproduzione di qualche opera.


Labter Lazhar. (2009). Panorama de la bande dessinée algérienne 1969-2009. Alger: Lazhari Labter Editions.

Storia del fumetto in Algeria, dalle origini (1967), alla nascita della rivista di fumetti algerini MQuidèch, e fino ai più importanti disegnatori contemporanei. Il volume contiene molte illu- strazioni, un capitolo intero dedicato a MQuidèsh, schede biografiche sugli artisti, copertine e note informative dei principali libri, lista di fiere, festival e giornate dedicate ai fumetti in Algeria.


Shennawy. (2017). La nouvelle bande dessinée arabe. Paris: Actes Sud.

Saggio all’interno del quale sono raccolte storie brevi di fumettisti arabi. Tre le riviste citate troviamo: la rivista tunisina Lab619; la rivista irachena Mesaha; la rivista egiziana Tok Tok; le riviste libanesi Samandal e Zeez; la rivista marocchina Skefkef; la rivista libica Habka.


Bepi Vigna. (2010). Fumetti nel Medio Oriente arabo. Olbia: Taphros.

Breve saggio che dipinge la storia del fumetto nei paesi arabi. L’autore compie un’interessante ricerca sulle origini della tradizione figurativa del mondo islamico per permetterci di notare le ovvie influenze che essa ha esercitato sugli artisti contemporanei, ma anche gli aspetti innovativi e di importazione estera che si discostano dagli elementi figurativi tipici islamici. Sono poi pre- sentate le diverse tipologie di fumetti riscontrabili nel Medio Oriente arabo: riviste per ragazzi, giornali di satira, romanzi grafici, fumetti seriali, ciascuno descritto prendendo come esempio opere–modello del calibro di Valzer con Bashir, di Ari Folman e David Polonsky o I 99 di Naif al-Mutawa.


Bepi Vigna. (2012). I fumetti nel Maghreb. Olbia: Thapros.

In questo breve saggio viene raccontata la storia del fumetto arabo in Marocco, Libia, Algeria e Tunisia. Questi paesi, a causa dell’influenza coloniale e della conseguente diffusione della lingua francese, testimoniano, secondo l’autrice, uno sviluppo differente del fumetto rispetto ai paesi del Mashreq.


ARTICOLI


Avi Santo. (2014). “Is It a Camel? Is It a Turban? No, It’s The 99”: Branding Islamic Superheroes as Authentic Global Cultural Commodities. Television & New Media. 15(7). 679-695.

L’autore discute l’utilizzo del marketing e la creazione di un marchio commerciale sul modello dei prodotti occidentali applicato alla serie TV I 99. Esplora, inoltre, gli effetti che questo marchio ha avuto sul pubblico occidentale: se l’obiettivo dell’autore de I 99 era quello di attirare una vasta audience e proporre una visione alternativa dell’Islam smontando i preconcetti negativi di molti, l’utilizzo di un brand di stampo occidentale ha creato l’effetto opposto. Il prodotto, da molti per- cepito come troppo autentico e da altri come troppo poco, è stato soggetto a un’accoglienza contraddittoria.


FUMETTI, STRISCE E GRAPHIC NOVEL


Zeina Abirached. (2009). Mi ricordo Beirut. Pordenone: Becco Giallo.

La disegnatrice e fumettista libanese raccoglie i ricordi della sua infanzia a Beirut e li racconta con disincanto e leggerezza, in una sequenza ispirata allo stile di Georges Perec. Mostra la sua infanzia, in cui la guerra era una costante che accompagnava la quotidianità, fino a quando un giorno poté vedere per la prima volta la parte ovest della città.


Takoua Ben Mohamed. (2016). Sotto il velo. Isola del Liri: Becco Giallo.

L’opera di Ben Mohamed – italo-tunisina cresciuta e residente a Roma – verosimilmente am- bientata in Italia (unico riferimento: pizza), presenta una serie di strisce su varie situazioni in cui la protagonista si trova a confrontarsi e/o a scontrarsi sia con le altre persone, sia con il mondo circostante.


Takoua Ben Mohamed. (2018). La rivoluzione dei gelsomini. Isola del Liri: Becco Giallo.

Seconda opera dell’autrice, decisamente più matura sia nel disegno sia nel testo. Attraverso una narrazione autobiografica racconta la storia della situazione politica Tunisia da Bourghiba fino ai nostri giorni.


Lotfi Ben Sassi. (2018). Je suis arabe mais je me soigne. Orients.

L’autore, tunisino, è capo-redattore del quotidiano La Presse, ha pubblicato diversi libri di vi- gnette. Il testo in questione è caratterizzato da vignette umoristiche sui caratteri degli arabi e le loro abitudini, che l’autore afferma di “poter permettersi” proprio perché arabo, e dunque non lo si può tacciare di razzismo!


Mazen Kerbaj (2019). Antoine, Chapitre 1: Le destin arabe. Beirut : Samandal.

Mazen Kerbaj è un membro del collettivo di fumettisti libanese Samandal. È cresciuto durante la guerra civile libanese e oltre a disegnare fumetti di professione è un trombettista jazz. Questo è il primo capitolo della storia di Antoine Kerbaj, attore e comico libanese, attraverso cui l’autorevuole rappresentare la sua stessa storia, quella di suo padre e quella di tutto il paese. L’autore rivisita le diverse scene artistiche di Beirut a partire dagli anni Sessanta fino agli anni del dopo- guerra.


Lisa Mandel. (2018). Un automne à Beyrouth. Ligugé: Editions Delcourt.

La fumettista francese Lisa Mandel racconta i suoi tre mesi passati a Beirut nell’autunno del 2017. Attraverso le sue vicende e i suoi incontri l’autrice racconta la storia della città e fornisce un quadro abbastanza dettagliato della vita locale, coniugando il suo tono leggero e spiritoso con la serietà degli argomenti.


Scott McCloud. (1993). Understanding Comics: the Invisible Art. New York: Tundra Publishing.

Il fumettista Americano Scott McCloud esplora in quest’opera, scritta e disegnata sotto forma di fumetto, gli aspetti formali e strutturali e gli sviluppi storici di questo efficace mezzo di comu- nicazione.


Lena Merhej. (2011). Murabba wa-laban, aw kayfa aṣbaḥat ummī lubnāniyya. Beyrut: Samandal.

L’artista è nata nel 1977 a Beyrut da madre tedesca e padre libanese ed è una dei fondatori di Samandal. Nella sua opera, la guerra è una tematica ricorrente. In questo testo descrive la storia di sua madre, medico militante e impegnato, in un Libano lacerato dalle guerre. Con humor e poesia, Merhej trascende la sua storia personale per interrogarsi sull’identità plurale della ma- dre, frutto della sua doppia cultura.


Migo. (2019). Rifugiati per sempre. Linus. n. 3. Marzo. 32-39.

Il fumetto racconta la storia di una famiglia egiziana che migra in cerca di condizioni economi- che migliori per il proprio figlio, di una famiglia siriana che migra per la guerra e di un giovane egiziano che cerca un paese dove avere possibilità che in Egitto non trova. Con epilogo tragico.


Naif al-Mutawa. (2011 e segg.). The ninety-nine. The Next generation of superheroes. Kuwait: Teshkeel Comics.

Serie di fumetti nei quali ognuno dei 99 supereroi rappresentati ha un superpotere che richia- ma uno dei 99 nomi di Dio. Il messaggio principale che l’autore vuole trasmettere è quello della tolleranza religiosa e mostrare, inoltre, come il dialogo tra persone di lingua, origine, cultura e religione diversa possa solo essere un punto di forza e incoraggia, quindi, l’accettazione e l’inte- grazione del “diverso”, che spesso invece viene percepito come una minaccia.


Giulia Pex. (2019). Khalat. Roma: Hoppipolla.

“Ispirato a una storia vera, Khalat racconta cosa si cela dietro a uno dei tanti volti che affollano le nostre città, di una donna e della sua marcia forzata, dall’ingenuità al disincanto, dalla Siria all’Eu- ropa.” Il graphic novel racconta la storia di Khalat, una ragazza curdo-siriana e del suo percorso dalla Siria all’Europa dopo lo scoppio della guerra civile nel suo paese.


Riad Sattouf. (2015). L’arabo del futuro. Milano: Rizzoli.

Nato a Parigi nel 1978 da padre siriano e madre francese, trascorre l’infanzia in Libia e Siria, dove riceve un’educazione musulmana in una scuola di paese, e torna in Francia a 12 anni.


Shifaa Alsairafi. (2019). Huwiyya al-amal. The Identity of Hope.

Graphic novel sull’identità yazida, disponibile on-line sul sito scaricabile gratuitamente al seguente link: www.jadaliyya.com/Details/38615/The-Identity-of-Hope-A-Graphic-Novel.


Magdy el Shafee. (2010). Metro. Pomezia: Il Sirente.

Considerato il primo e vero romanzo grafico pubblicato in lingua araba in un paese arabo, Metro è un affresco di una scombussolata società cairota contemporanea, nonché un’opera di critica radicale della stessa. La cruda spudoratezza del linguaggio visivo e verbale di Metro l’han- no reso oggetto di censura nell’Egitto di Mubarak.


Leila Slimani & Laetitia Coryn. (2017). Paroles d’honneur. Paris: Les Arènes.

Storie di donne marocchine nei nostri giorni. Intimità e tabù sessuali in una società in bilico fra tradizione e modernità.


Craig Thompson. (2011). Habibi. Paris: Casterman.

Habibi è un fumetto che prende la valenza di un romanzo. Racconta le vicissitudini di Dodola, una bambina che, ad appena nove anni, viene data in sposa a un adulto. Diventerà una schiava, per un periodo sarà la favorita di un sultano, e incontrerà un orfano, Zam. I due, per diversi anni,cresceranno insieme e tra loro si instaurerà un rapporto saldo, anche se le loro strade si sepa- reranno ma poi si rincontreranno. L’opera è composta da innumerevoli storie che si intrecciano ricchi di elementi culturali islamici, del Corano e della calligrafia araba.